Biologico, la qualità prima di tutto

Articolo tratto da: AGRONOTIZIE

Il testo approvato dal Parlamento Ue, che dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2021, vuole garantire che vengano importati solo prodotti di alta qualità. Ma l’Italia ha votato contro perché chiedeva norme più restrittive

Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il pacchetto di nuove norme Ue sul biologico con 466 voti a favore, 124 contrari e 50 astenuti. L’obiettivo di questo nuovo quadro normativo è quello di garantire che vengano importati in Ue solo prodotti biologici di alta qualità.
Il testo concordato verrà approvato dal Consiglio dell’Unione europea ed entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021.
 

La riforma della normativa Ue

La revisione prevede controlli annuali antifrode per tutti gli operatori della filiera bio. I controlli si riducono a una volta ogni due anni nel caso in cui non venisse riscontrata alcuna infrazione per tre anni consecutivi. I produttori con aziende di modeste dimensioni, possono unirsi e chiedere certificazioni bio di gruppo al fine di ridurre i costi. Le deroghe che permettono l’utilizzo di semi convenzionali nella produzione biologica saranno eliminati entro il 2035. Le aziende agricole saranno autorizzate a produrre contemporaneamente prodotti convenzionali e biologici.
 

Definizione di ‘prodotto biologico’

Un prodotto ottiene la certificazione come bio solamente se non viene sottoposto ad agrofarmaci, fertilizzanti chimici e antibiotici; vietati anche gli Organismi geneticamente modificati (Ogm), mentre invece verrà incoraggiata la rotazione delle colture.

Per quanto riguarda i prodotti alimentari lavorati, il logo bio certifica che almeno il 95% degli ingredienti provengono da materie prime biologiche.
 

Importazioni extra Ue

Viene sancito il principio secondo il quale, i prodotti bio importati da paesi terzi dovranno rispettare gli standard europei e non semplicemente quelli equivalenti nazionali. Sono previste delle deroghe su questo punto, per cui, in presenza di accordi bilaterali precedenti con dei paesi extra Ue, il principio viene revocato.
 

Contaminazione fortuita

I produttori dovranno munirsi di tutti gli strumenti possibili per evitare la contaminazione delle colture biologiche. Un prodotto bio perde la certificazione solamente se la contaminazione avvenuta è di natura fraudolenta e non volontaria. Gli Stati membri – come l’Italia – che hanno delle regole più ferree in materia, con l’entrata in vigore di queste modifiche non potranno impedire l’entrata nel proprio mercato di prodotti biologici provenienti da altri paesi Ue.
 

L’Italia ha votato contro

Gli eurodeputati italiani hanno votato contro questa riforma. Secondo i nostri parlamentari, l’aver eliminato le soglie per i residui dei fitofarmaci è stato un grande errore poiché può creare confusione rispetto all’agricoltura convenzionale. I parlamentari italiani chiedevano norme più restrittive con meno deroghe in caso di accordi bilaterali e soglie massime anche in caso di contaminazione fortuita.
 

De Castro: “Un’occasione persa sul biologico, ma la sfida resta aperta”

Il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro (Pd), propone di replicare in futuro il modello di alta qualità italiano sul biologico a quello europeo. “La prossima Commissione europea avrà la possibilità di proporre standard di produzione più elevati prima dell’entrata in applicazione del nuovo regolamento Ue nel 2021. Ricordo che l’Italia è prima tra i 28 paesi in termini di produzione biologica e seconda per superficie coltivata – 1,8 milioni di ettari, dopo la Spagna – 2 milioni di ettari: la produzione biologica è destinata a crescere. La sfida però resta aperta anche perché la Commissione europea valuterà le regole relative all’anti-contaminazione entro il 2025″, conclude De Castro.
 

Il biologico in Europa

Circa 30,7 miliardi di euro all’anno vale il mercato europeo del biologico, cifra destinata a crescere nei prossimi anni. Il 7% dei terreni in Ue coltivabili sono dedicati all’agricoltura biologica, mentre in Italia la percentuale sale al doppio (14%). Le importazioni in questo contesto servono a rispondere alla domanda di mercato del biologico che i suoli europei da soli non potrebbero soddisfare.
 

Coldiretti contro le nuove modifiche

“Le nuove regole, consentendo agli Stati di mantenere in vigore soglie meno restrittive per i residui di fitofarmaci, recano un grave danno di immagine per il settore del biologico, soprattutto nei paesi come l’Italia che hanno standard molto elevati hanno ribadito i membri dell’associazione. Sarà necessario, secondo la Coldiretti, “accelerare sul marchio nazionale per le produzioni biologiche italiane”.
 

Copa e Cogeca pronti per un nuovo inizio

Il presidente del gruppo di lavoro “Agricoltura biologica” del Copa – Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell’Ue – e della Cogeca – Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Ue – Kees Van Zelderen, ha dichiarato che “il mercato dei prodotti biologici nell’Ue è cresciuto rapidamente del 48% negli ultimi quattro anni e rappresenta attualmente un valore di circa 30 miliardi di euro annui. Questa tendenza deriva dall’aumento della domanda dei consumatori. Malgrado questa espansione, solo il 7% della superficie agricola totale europea è utilizzato per la coltivazione biologica. Di conseguenza desideriamo garantire che la futura legislazione sull’agricoltura biologica permetta di incoraggiare più agricoltori a passare al biologico mantenendo al contempo la fiducia dei consumatori tramite controlli severi”.
 

Prossime tappe

Il testo approvato dal Parlamento europeo dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio Ue prima che possa essere applicato. Dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2021.